Ospedaletto, 2012. Cm. 29x25, pp. 239, tavv. e ill. a col. n. t., cart. e sovrac.
Il volume prende in esame la vita e l'opera, sia scultorea che pittorica, di Arturo Dazzi (1881-1966): dagli esordi, sullo scorcio dell'Ottocento agli anni dell'immediato dopoguerra, passando attraverso il lungo sodalizio con Piacentini nel corso degli anni Trenta. Ottimo l'apparato illustrativo. Bibliografia e indici, in appendice.
Ospedaletto, 1997. In-8¡, pp. 165, tavv. 2 in nero f. t., br.
Ospedaletto, 2003. Cm. 24x17, pp. 180, tavv. LXIV a col. e in nero n. t., br.
Il volume raccoglie i contributi presentati al Convegno Internazionale di Studi, Firenze-Pisa, 8-10 gennaio 1998.
Ospedaletto, Ospedaletto, 2008. In-8¡, pp. 486, tavv. e ill. a col. e in nero n. t., tela e sovrac.
Catalogo della mostra tenutasi a Montecatini nel 2008.
Ospedaletto, 2008. In-8¡, pp. 233, figg. a col. e in nero n. t., br. in cof.
Ospedaletto, 2007. Cm. 30x21, pp. 176, figg. 167 a col. e in nero n. t., br.
A Livorno sono trascorsi 400 anni dal conferimento dello status cittadino mentre ne sono passati “solo” 200 dalla crezione della diocesi. Ma per entrambe le importantissime ricorrenze il duomo della città labronica resta l’edificio “chiave”. L’edificio infatti, punto di riferimento religioso, venne a configurarsi anche come il centro simbolico del nuovo abitato, costituendo uno dei tanti esempi della attenta politica del governo di Ferdinando I de’ Medici.
Ospedaletto, 2006. Cm. , pp. 237, ill. a col. e in nero n. t., tela e sovrac.
Ospedaletto, 2015. Cm. 24x17, pp. 238, tavv. 19 a col. f. t. e figg. in nero n. t., br.
timolato dal tentativo, da un lato di verificare e approfondire alcuni temi già toccati nella mostra fiorentina "Giapponismo. Suggestioni dell'Estremo Oriente dai Macchiaioli agli anni Trenta" del 2012, dall’altro di aprire il discorso su nuove realtà indagando aree geografiche, culturali e cronologiche rimaste fuori dalla ricerca avviata in quell’occasione, il presente volume raccoglie gli atti – ampliati e integrati – del colloquio "Giapponismi italiani tra Otto e Novecento" organizzato presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa all’aprirsi del 2014. I nuovi studi qui presentati confermano che, a fronte del sempre più ricco filone di esposizioni e studi dedicati al Giapponismo internazionale, le ricerche sull’incidenza di questo fenomeno nel contesto artistico italiano possono rivelare ancora molte sorprese e scoperte poiché il Giapponismo fiorito nella nostra penisola – al contrario di un antico pregiudizio duro a morire – non solo è indubbiamente esistito, e in termini molto più precoci e articolati di quanto solo fino a qualche anno fa ci si potesse immaginare, ma che detti termini possono essere ravvisati anche ben oltre i primi decenni del Novecento, confermando così, anche sotto questo profilo, l’ampiezza di un problema che sembra aver rivelato solamente la punta di un iceberg fecondo di sviluppi ed approfondimenti ad oggi ancora imprevedibili.
Ospedaletto, 2011. Cm. 24x22, pp. 151, tavv. a col. e figg. in nero n. t., br.
Catalogo della mostra: Seravezza, Palazzo Mediceo, 2011.
Ospedaletto, 2016. Cm. 24x16, pp. 181, figg. a col. n. t., br.
Il territorio del Parco delle Colline Metallifere (dal 2010 Tuscan Mining Geopark dell'Unesco), come qualunque territorio del nostro pianeta, non si è costruito in un giorno ma in svariati milioni di anni e a seguito di numerose vicende geologiche accadute in un passato più o meno remoto. Esse, chiaramente "scritte" nelle rocce, hanno determinato la presenza di alcuni corpi rocciosi e non altri, condizionando le caratteristiche abiologiche del territorio (morfologiche, idrogeologiche, agronomiche, minerarie, ecc.). Tale geodiversità - il vero marchio del territorio . ha da sempre condizionato l'operato dell'uomo il quale se ne è avvalso impostando le sue attività dove risiedevano quelle peculiarità pe lui più utili: presenza di acqua, esitenza di grotte e di alti morfologici, esistenza di risorse litoidi o minerarie. In quest'area ad esempio hanno indirizzato l'interesse dell'uomo verso le risorse minerarie (principalmente metalli) che hanno dato notorietà a questa porzione di Toscana, oltre ad averne determinato il nome. I geopercorsi presenti in questo libro permettono fi far apprezzare i geositi come luoghi di eccellenza della Natura. Particolare attenzione è stata posta a quelli che rivestono uno spiccato interesse divulgativo e didattico, nella convinzione che questi abbiano una forte presa sul pubblico. Alcuni di questi, infatti, spiegano, meglio di tante parole, come si sviluppano alcuni processi geologici e quali effetti producono nel paesaggio. E' proprio il caso di dire che il loro apprendimento si ottiene andando a lezione dalla Natura.
Ospedaletto, 2010. Cm. 24x22, pp. 263, tavv. a col. e figg. in nero n. t., br.
Catalogo della mostra: Seravezza, Palazzo Mediceo, 2010.
Uno sguardo d'insieme sull'epopea risorgimentale italiana, colta soprattutto attraverso il contributo degli artisti toscani. Oltre un centinaio le opere esposte, fra pitture sculture e documenti d'epoca, all'interno delle quali spicca un importante nucleo di tele fattoriane.
Carrara, 2015. Cm. 30x24, pp. 125, tavv. a col. e ill. a col. e in nero n. t., br.
Catalogo della mostra: Carrara, Palazzo Cucchiari, 2015.
Promosso dalla Fondazione Giorgio Conti con la collaborazione del Museo Ermitage di San Pietroburgo, il volume prende in esame sedici sculture in marmo, provenienti dalle raccolte di scultura del museo russo, tra cui l’Orfeo di Canova e la Fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini, cui si aggiungono sette gessi di proprietà dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, oltre ad una seconda copia in marmo della Fiducia in Dio, proveniente dall’Istituto d’Arte di Massa. Le opere, per ciascuna delle quali è stata redatta un'ampia scheda monografica, evidenziano lo specifico contributo della “scuola carrarese” ai mutamenti di stile e di gusto che accompagnarono in Italia il passaggio dalla scultura neoclassica a quella verista. Accanto alle più celebri statue di Canova e Bartolini, si annoverano creazioni di Giovanni Antonio Cybei, Paolo Andrea Triscornia, Christian Daniel Rauch, Carlo Finelli, Pietro Tenerani e Luigi Bienaimé. Bibliografia, in appendice.
Ospedaletto, 2014. Cm. 30x24, pp. 160, figg. a col. e in nero n. t., br.
Catalogo della mostra: Seravezza, Palazzo Mediceo, 2014.
Il volume intende prendere in esame uno dei capitoli più sfuggenti della storia della pittura toscana del XIX secolo: quello cioè della cosiddetta Scuola di Staggia che vide, intorno alla metà dell'Ottocento, un nutrito gruppo d'artisti (fra cui Serafino De Tivoli, Andrea Markò) propugnare una pittura en plein air in linea con le esperienze francesi dei barbizonniers. Attraverso sessanta dipinti, per ciascuno dei quali è stata redatta un'attenta scheda critica, si ripercorrono dunque la fortuna e la diffusione del vedutismo toscano del tempo, a ridosso delle prime e ormai prossime avvisaglie della "macchia".