Torino, 2015. Cm. 25x18, pp. 672, ill. 49 a col. e figg. in nero n. t., cart. e sovrac.
«Ci sono luoghi», ha scritto il poeta Iosif Brodskij, «che, esaminati su una mappa, ti fanno sentire per un breve istante un'affinità con la Provvidenza, luoghi in cui la storia è inevitabile, luoghi in cui la geografia provoca la storia». Il bacino del Mediterraneo è costellato di simili luoghi e per millenni ha prodotto alcune delle piú sorprendenti vicende storiche e culturali del pianeta. Questo libro è la piú completa e aggiornata sintesi interpretativa dell'evoluzione del Mediterraneo, dai primi insediamenti umani e l'origine dell'agricoltura e della metallurgia fino al sorgere delle antiche civiltà: egizia, levantina, minoica, micenea, fenicia, etrusca, greca arcaica. Il Mediterraneo possiede requisiti non comuni che ne spiegano il precoce sviluppo: è il piú grande mare interno del mondo ed è prossimo al nucleo fluviale nei pressi del quale si sono diffuse le prime civiltà. Non c'è quindi da meravigliarsi se le società che vi si affacciavano si siano rivelate eccezionali, e che, come importanti campagne archeologiche hanno evidenziato, il «Mare di mezzo» custodisca le fonti piú ricche e preziose per lo studio delle culture antiche. Per la vastità delle conoscenze, la qualità delle analisi e l'eleganza dello stile, questo saggio è stato salutato dai piú importanti studiosi come un capolavoro della ricerca archeologica, storica e geografica.
Torino, 2008. Cm. , pp. vi-164, ill. 11 a col. f. t. e figg. 74 in nero n. t., br.
Torino, Einaudi, 2009. Cm. 21x14, pp. liii-656, ill.189 in nero n.t., cart. e sovrac.
Torino, 2015. Cm. 21x14, pp. xii-499, br.
Tra Xi e XIII secolo, nel Regno di Sicilia, in virtù di una realtà storico-culturale arricchita da una intensa circolazione di uomini e idee, acquista evidenza il progressivo declino dell'antica concezione del mondo, che considerava l'armonia di uomo e natura come regolata da forze inviolabili. Analizzando la struttura fisica del territorio, gli impianti urbani, le strutture edilizie, Salvatore Tramontana indaga i rapporti che legano gli uomini del tempo all'ambiente, agli animali e alle piante. Ne risulta un vasto spaccato antropologico-culturale che indaga ogni aspetto della vita umana, le vicende e i ruoli della gente, le mentalità, le norme della convivenza quotidiana, la struttura somatica, i bisogni e i desideri, le abitudini alimentari e sessuali, le paure, l'incombere della vecchiaia, la minaccia della morte, le strategie di sopravvivenza. Dominare la natura non era un peccato, ma un miracolo. E credere nei miracoli era il primo passo per renderli possibili. Tramontana ci restituisce le varie fasi di un poderoso processo di conciliazione di Dio e natura, fede e scienza, teso a strappare al mondo, pur tra dubbi e paure di ogni tipo, la sua tradizionale immutabilità. Il lettore entra così nel vivo della realtà economica e sociale della gente del Medioevo, ricostruita in un momento di straordinaria fecondità culturale.
Torino, Einaudi, 1999. Cm. 21x13, pp. xlii-338, ill. 100 in nero f. t., br.
Torino, 2000. Cm. , pp. xvi-398, figg. 271 a col. e in nero n. t., tela e sovrac.
Torino, 1964. Cm. 21x15, pp. xiii-273, ill. 71 in nero e figg. in nero f. t., cart. e sovrac.
Torino, 1985. Cm. 22x16, pp. xxv-219, ill. 241 in nero f. t., br. e sovrac.
Torino, 2002. In-8¡, pp. xxx-250, tavv. 32 a col. e figg. 19 in nero n. t., br.
Torino, Einaudi, 2009. Cm. 20x13, pp. xxx-250, tavv. 32 a col. f. t. e figg. 19 in nero n. t., br.
Guardare e ascoltare. Far immaginare attraverso le figure e le parole per parlare non solo all'occhio del corpo ma anche all' occhio della mente. Ancor prima dell'avvento della stampa, i predicatori in volgare delle origini mostrano di saper bene come comunicare con il popolo e quali strumenti usare per influenzarlo, per controllarne le passioni, le paure e i piaceri. Nei primi decenni del Trecento, i dipinti del Trionfo della Morte del camposanto di Pisa diventano cos“ ideale scenario delle parole di ammonimento dei domenicani, e nel Quattrocento san Bernardino trasformerˆ i palazzi, le chiese, le strade di Siena in un vero e proprio teatro della memoria della sua predicazione.
Torino, 2011. Cm. 21x13, pp. lviii-107, tavv. 16 a col. f. t. e figg. 34 in nero n. t., br.
Pubblicato nel 1950 in inglese, il testo esamina attraverso quali vie si sia fatto strada in Italia un nuovo modo di guardare e rappresentare la natura, nonché quale significato esso abbia avuto per la storia dell'uomo, della cultura e dell'arte.Tre i saggi contenuti nel volume: raffigurazione di animali, illustrazione di erbari, i primi paesaggi del calendario. Indice dei nomi e dei luoghi, indice dei manoscritti, in appendice.
Torino, 2005. In-8¡, pp. xii-160, ill. 69 in nero f. t., br.
Torino, 2010. Cm. 21x16, pp. xxii-328, figg. 214 a col. e in nero n. t., cart. e sovrac.
Il volume prende in esame il valore del gesto nell'iconografia medievale, stabilendone al contempo la fortuna e la sopravvivenza attraverso i secoli. Particolare attenzione è riservata al rapporto che lega, sembra in termini di simbolismo gestuale, la Vergine Maria alla figura di Cristo nelle scene dell'infanzia e della morte del Salvatore. Altri temi toccati nei sei capitoli in cui è suddivisa l'opera: i gesti del potere, il linguaggio del dolore, la rappresentazione del diverso, le convenzioni simboliche che sovrintendono alla definizione delle aureole e dei nimbi nelle figure sacre.
Questa storia dell'arte del primo Novecento intende evitare la convenzionale sequenza di "ismi", cronologie, autori e opere celebri alla quale siamo spesso abituati. Deponendo le categorie abituali, l'autrice articola l'esplorazione intorno ad alcune questioni critiche che illuminano da punti di vista differenti uno dei periodi più straordinari dell'intera storia dell'arte occidentale. Muovendosi fra le polarità dialettiche costituite da un lato da avanguardia e tradizione, dall'altro da propaganda e impegno, il saggio attraversa problemi di carattere formale e di tenore ideologico, fra i condizionamenti del mercato e dela politica. Al centro, discute i problemi propriamente linguistici posti dalla pittura, dalla scultura e dall'irruzione della realtà oggettuale nel dominio dell'arte, introducendo ai luoghi, concreti e metaforici, in cui gli artisti lavorarono: città, laboratori, ateliers e palcoscenici.