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Canova. La passione per l’antico di artisti e collezionisti.

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COD: 9788880168744 Categorie: , , ,
Peso1,50 kg
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Data di pubblicazione

Roma, 2009. Cm. 20×20, pp. 143, figg. 44 in nero n. t., br.

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Descrizione

Sullo sfondo dell’elegante cornice neoclassica della corte romana dei Borghese e di quella napoletana dei Borbone, l’autrice ricostruisce, da un epistolario e da alcuni disegni dell’archivio londinese di Charles Townley, un inedito e affascinante frammento del collezionismo di fine secolo. La protagonista è un’ Afrodite del Museo Archeologico di Atene, un capolavoro di statuaria romana del II secolo d. C., proveniente dal territorio italiano, dall’area del Foro della colonia romana di Minturno, alle foci del Liri.La statua, apprezzata immediatamente dopo il suo rinvenimento alla fine del 700 presso la corte inglese a Napoli dall’ ambasciatore d’ Inghilterra William Hamilton, Angelica Kauffmann, Jacob Philippe, Wilhelm Tischbein’, è ricondotta in questo studio al suo contesto originario ritroavando la sua destinazione e la sua funzione cardine, al centro del Teatro delle acque di Minturno, costituito da due ninfei posti ai lati del Capitolium e del cosiddetto Tempio A, che si affacciava sulla Via Appia in epoca imperiale.Il saggio ripercorre con puntualità le tappe di un viaggio che inizia nel IX decennio del 700 e dura oltre 150 anni attraversando tre nazioni diverse: dal rinvenimento della statua al complesso restauro nella bottega di Carlo Albacini con l’ipotesi suggestiva di un intervento personale di Antonio Canova sulla antica testa, e poi l’immissione nel mercato antiquario, il trasferimento in una collezione privata inglese, la perdita della memoria fino all’attuale musealizzazione in Grecia, nella più significativa raccolta d’antichità .In tali vicende sono coinvolti illustri personaggi del panorama del collezionismo internazionale, in primis Thomas Hope, terzo proprietario della statua, viaggiatore appassionato e creatore di una moda dall’antico rivisitato con erudizione fantastica.La statua, ormai perfettamente integra ricomposta con la pregevole testa canoviana, immessa nel mercato delle Antichità, avrebbe rappresentato il prototipo di quella tipologia iconografica che solo alcuni anni dopo, nel 1804, sarebbe stata individuata come la Landolina. In anticipo sull’esemplare siracusano, infatti, l’Afrodite di Minturno segna la fortuna del modello, come s’individua nella raccolta Borghese incisa da G.B. Visconti. Il saggio, infine, con la pubblicazione di altri due disegni di Afrodite apre nuove prospettive sugli artisti operanti nel mercato delle antichità a Roma offrendo nuovi spunti alla ricerca.

 

 

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